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DARIO CORIALE

-Autobiografia-

Mi chiamo Dario Coriale, sono nato il 28 di maggio del 1981 e sono un nomade.
Sono un nomade per varie ragioni. Intanto perchè musicalmente sono cresciuto ascoltando e cercando di suonare i pezzi dello storico gruppo emiliano. E poi, perchè la vita mi ha portato a cambiare spesso l'epicentro della mia esistenza.
Infatti, sono nato a Crotone e cresciuto a Scandale, fino all'età di 14 anni, poi mi sono trasferito a Mede (PV) dove non ho saputo ambientarmi affatto, e dal 1999 vivo a Bologna, dove non so se resterò.
Sono un chitarrista, ma il mio approccio con la musica inizia su un altro strumento: il pianoforte. All'età di 6 anni (mi pare) ho cominciato a prendere lezioni di pianoforte a Crotone. La cosa è andata avanti per un paio d'anni (mi pare, ma mio padre sicuramente ne sa più di me). Poi ho smesso e per un po' ho accantonato la musica.
Nel frattempo, all'età di 5 anni, avevo partecipato ad un Cantascandale, conquistando un secondo posto inaspettato con "Tanta voglia di lei" dei Pooh (nel settore Cantascandale story, di questo sito, ci dovrebbe essere qualche fotografia). Ad un altro Cantascandale (nel 1988), con "Perdere l'amore" di Massimo Ranieri, arrivai ancora una volta secondo. Peggio di Toto Cutugno!
Avevo quasi 15 anni quando ho ritentato di farmi conquistare dalla musica. E ci sono riuscito in pieno, però cambiando strumento: sì, il pianoforte è bello, ma vuoi mettere la chitarra?
E così ho iniziato, da autodidatta, a strappare le corde, tirare le corde, strimpellare, fare accordi semplici, fare accordi col barrè, intanto fare i calli sulle dita, sbagliare le pentatoniche, fare le pentatoniche giuste, sbagliare le scale, fare le scale giuste, scimmiottare assoli, riprodurre assoli decentemente, e alla fine, sempre da autodidatta, suonare.
La mia prima chitarra fu una classica della Eko (ma non sono tanto sicuro), scassatissima e piena di ammaccature. Suonava decentemente (ma è un eufemismo) solo montandole le corde di metallo, che però ti tagliavano le dita. Veniva, questo lo ricordo vivamente, direttamente dal coro della chiesa (che allora frequentavo anche con una certa convinzione).
Poi, nel 1997, la svolta. Mio papà mi dice:

  • La vuoi una chitarra elettrica?
  • E che me lo chiedi a fare? - gli risposi - certo che la voglio
  • E allora te la compro.

Quando la vidi per la prima volta provai un misto di sorpresa e paura. La paura era dovuta all'eventualità di non riuscire mai a suonarla e di aver perciò fatto spendere inutilmente dei soldi ai miei genitori.
Era una Eko (stavolta sono sicuro) modello "Gibson SG Diavoletto" (come quella degli AC-DC), color legno con venature a vista. Era lucidissima e pesava 12 chili e mezzo.
L'amplificatore era di una sottomarca di una sottomarca della Marshall e aveva una potenza inaudita: 10 Watt. Spesa totale 300 mila lire.
Con quella chitarra, nell'estate del 1998, mi trovo a casa di Gianni Lucanto assieme a Fedele Pingitore.

  • Sai che ti dico? - dice Gianni - che facciamo un bel gruppettino!
  • Io ci sto - gli faccio io - e tu? - dico a Fedele.
  • Per me non c'è problema - aggiunge Fedele - io sto per acquisire una Davoli degli anni '60 che suonava mio zio Fedele nel Group 74.

E così gli Aironi Neri cominciano a suonare. Intanto si aggiungono Tonio Franco, Antonio Raimondo e Francesco Madia. Poi, ogni tanto, Michele Lettieri e Daniela Madia. Poi, ogni tanto, Emanuele Coriale e Ippolito Pingitore. Poi, uno esce, uno entra, un altro se ne va, un altro ci saluta. Alla fine cambiamo nome (da Aironi Neri a No Face) e restiamo io (che intanto avevo preso la Fender Stratocaster dei miei sogni lasciando in eredità la Eko a mio fratello Emanuele), Tonio, Antonio e Fedele.
Per un bel po' restiamo noi 4, e facciamo anche un cd (Solo un gioco, autoprodotto, 2003), partecipiamo a qualche concorso, a qualche compilation, a qualche concerto qua e là. Poi, però, nient'altro. Ora, posso ben dire che di quei 4 non è rimasto nessuno, e che i No Face sono molto vicini ad essere un bellissimo ricordo.
Certo, ognuno di noi continua a fare musica: me compreso, che a Bologna suono in un paio di cover-band. Ogni tanto, vado in giro a fare anche qualcosa da solo, voce e chitarra, e a proporre i miei pezzi originali, quelli che ho scritto per i No Face, e quelli che ho inciso "in casa" sul mio computer portatile.
Non vi faccio un elenco della musica che mi piace perchè ci metterei due giorni, ma che adoro Elio e le Storie Tese e Mark Knopfler (con e senza Dire Straits) ve lo devo proprio dire!

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